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La Domenica della salme



il testo parla evidentemente della fine del comunismo e in special modo della caduta del muro di Berlino (e ancor più in specifico della fine del comunisti italiani)


"Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina"

Nella bottiglia d'orzata (nella "Milano da bere") da cui tenta la fuga, in quel periodo c'era stato un fatto eclatante: alcuni idioti avevano dato fuoco ad un vecchio [la Baggina è un'ospizio per vecchi di Milano].
Dipinge una società che cade a pezzi, Milano è ovviamente una metonimia.
ps- mani pulite nel '92 esploderà proprio dalla Baggina.


"gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento"

gli diedero preoccupazione le Br: a Trento, mi pare la facololtà di sociologia,
nacquero molti 'capi' rivoluzionari e contestatori dei '70 ... si salvò dalla barba [noia] del pci,
statico e quasi stantio, un piccolo nucleo di dissenzienti belli agguerriti
(nn credo parli dei dissenzienti della svolta della bolognina, ma proprio di chi neglia anni si era fatto alternativo al pci)


"I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est"

la polonia è uno dei paesi che per primo usci dal controllo sovietico, grazie anche all'esistenza del sindacato Solidarnosc. Il fatto che si "occidentalizzò" per prima, significò una fortissima instabilità politica e uno sciacallaggio europeo di investimenti: e ovviamente una forte emigrazione ... molti finirino a lavare i vetri [inginocchiati ai semafori] nei nostri ricchi paesi [le troie di regime sono le auto];
i trafficanti di saponette sono per metonimia i nazi: girava leggenda che durante la guerra i nazi facessero sapone con gli ebrei e lo rivendessero nelle "colonie" di est Europa.
Mettere pancia verso est significa fare affari.
La Rft (Germania Ovest, gli eredi dei nazi) dopo il crollo del muro fu quella che più fece affare in quei paesi.


"chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno"

chi diventò comunista nel '90, nel '91 nn era già più comunista per la caduta dell'urss


"la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo"

le marionette del nuovo imperialismo [dell'ovest sull'est europa] festeggiava sul muro in crollo, ma mentre lo faceva già tutti ne vedevano le intimità, le cose pudenda (che poi nascoste non erano): tutti negli anni '90 già sapevano i difetti del capitalismo!


"la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista"

Fabrizio stesso disse che la piramide di Cheope qui sta a significare un monumento all'inutilità.
La forma piramidale può ricordare una struttura societaria gerarchica [abolita con l'instaurazione di una società egalitaria (comunismo) e ora ricostruita e riscoperta con la 'vittoria' del libero mercato a sacrifici alti, benchè tutti sembrano essere in festa]


"La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri"

il giorno che cadde il muro tutti poterono attraversarlo senza essere presi di mira dai cecchini ovviamente e tutti erano felici 'artificialmente' e altrettanto fintamente si arricchirono di spensieratezza, di chiacchiere [tipiche dei parrucchieri, luogo per antonomasia dove prolifera il pettegolezza e il 'tua culpa' ]


"Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro"

un secondino chiede all'altro se una data esecuzione "si può fare domani sul far del mattino", ovvero presto senza che nessuno lo noti... ma con grande fanfara di tutti [anche i somari!] fu decretato nemico, fu 'amputato' un pezzo del proprio "corpo comunista" o "album di famiglia" come spesso si dice, Curcio e le Br.
Anche i comunisti rinnegarono le br e Curcio (qui definito simpaticamente carbonaro) che sta in galera pur nn avendo mai ucciso nessuno; Faber disse anche che era una velata critica alle condizioni nelle carceri italiane.


"il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni"

il ministro della confusione e dei cambiamenti repentini (Occhetto?), con gran fanfara decide di chiudere col comunismo e di farsi socialdemocratico: dal pci al pds... con la tovaglia suelle mani per coprirsi, ma con le mani sui coglioni (gesto scaramantico) sperando che il fato li assista in questa scelta che nn sanno se è giusta


" voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo"

una città tranquilla, che nn si sporchi e nn si debba pulire.
Spargimenti di detersivo forse anche una critica al consumo eccessivo.


"a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile"

Deandrade [suo cugino per assonanza di cognome, come ammise lui] era un poeta brasiliano
che in un suo libro predicava che l'unico modo per essere liberi in una città violenta, è avere un cannono nel cortile: essere violenti.


"La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –"

il mito dell'eterno apparire della società dei consumi che porta allegramente a morire il comunismo


"Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare"

questi come lui disse sono i cantautori italiani che si rinchiusero nella loro autoreferenzialità


"-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —"

oppure si sono venduti suonando per tutti, ma anche per nessuno.
Anche questop lo accennò lui stesso. Hanno rinunciato al loro ruolo di intellettuali che guidano
le rivolte e che mandano a fanculo i potenti


"La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante"

a portare avanti ideali di uguaglianza rimasero pochi nostalgici pifferai così quel giorno
passò quasi inosservato nonostante la sua importanza ma il giorno dopo rimasero i segni indelebili del pensiero unico


"mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta"

rimase solo cicaleccio.
Chiasso e confusione di molti che mai si trasformò in coro.
E la sinistra italiana non fu mai più unita infatti.
Troppi galli a cantà, nn se fa mai giorno!
Ognuno si fa il suo piccole entorage e canta per conto suo senza armonia con glia altri
così da risultare come le cicale del sottofondo finale: inutili, chiassose se nn litigiose.
fantastica la versione live in cui dice 'di vibrante protesta' in un genovese sprezzante!


ps. è da notare come la canzone si intitoli La Domenica delle Salme e che che Aldo Moro fu rapito dalle Br il 19 marzo (12 anni prima di 'Nuvole') che era il giorno della Domenica delle Palme. Utilizzando una assonanza particolare, può aver segnato la caduta del comunismo (la vera salma della canzone) con quel gesto compiuto anni prima.

11 commenti:

Alberto ha detto...

Mi è piaciuta molto l'interpretazione della canzone. Ti propongo un paio di contributi:
La strada di Trento può essere un riferimento alla scelta terroristica: la barba richiama l'immagine di Curcio, a cui si fa riferimento più avanti. Il pettirosso da combattimento fa venire in mente Maggiani (ma il suo libro è uscito dopo): non so se ci sia qualche collegamento.
La scimmia del quarto Reich mi ricorda una poesia di Lawrence,non riesco a ricordarmi quale, in cui la scimmia è il simbolo dell'arrampicatore sociale, che però, in cima alla scala, mostra di non avere i testicoli.

antonino ha detto...

qualche pensiero:
-io ho sempre inteso che "gli addetti alla nostalgia" fossero i servitori del nuovo potere ("nostalgia" è, da sempre, associata alla destra italiana) che facevano il funerale al cadavere del comunismo;
-allo stesso modo, nel secondo ritornello, quando dice "si sentiva cantare/'quant'è bella giovinezza/non vogliamo più invecchiare' " oltre alla tua interpretazione, aggiungerei che "quant'è bella giovinezza" richiama "giovinezza, giovinezza", altro riferimento al mondo fascista italiano.
questi due riferimenti, li relaziono alla denuncia di de andrè sui movimenti di estrema destra che sembravano proliferare in europa.

su coloro che cantarono per l'amazzonia, mi pare lui stesso accennò, tra i tanti, a sting e gli u2, oltre che agli italiani.

pea ha detto...

Riguardo al pettirosso da combattimento, il libro di maggiani è uscito dopo e contiene, tra le citazioni iniziali, proprio la frase di Faber. All'interno del romanzo si racconta una favola popolare in cui un pettirosso si vendica contro il falchetto, padrone del suo cielo, per le angherie subite, e questo pettirosso sta ad indicare l'anarchico e/o il rivoluzionario, debole nella gerarchia sociale, ma coraggioso e determinato a combattere l'ingiustizia. Può essere che Faber conoscesse la favola, molto popolare nei circoli anarchici, e abbia voluto dedicare quel verso a curcio (o in generale alla sinistra extraparlamentare).

paniscus ha detto...

Ma ciao, ho scoperto solo adesso questo blog interessantissimo!

Visto che viene citato immediatamente dopo la "strada di Trento", non escludo che il "pettirosso da combattimento" sia la compagna di Renato Curcio, Mara, che inizialmente riuscì a "salvarsi dalla sua barba", nel senso che riuscì a sfuggire all'arresto quando lui venne beccato per la prima volta, e che da allora divenne una capocolonna al suo posto...

Lisa

Anonimo ha detto...

L'esegesi non è malaccio, ma ha il difetto di cercare di essere troppo specifica anche quando De André vuole restare molto generico.
C'è però un errore nella seconda strofa: "voglio vivere in una città in cui all'ora dell'aperitivo non ci siano spargimenti di sangue o di detersivo" significa che De André auspica una società pacifica, ma senza pacificazioni forzate. Il sangue è la violenza, anche quella di certa sinistra. Il sapone è quello delle omissioni del mondo capitalista, che edulcora le differenze sociali, l'ingiustizia delle diseguaglianze. Insomma, no alla violenza, ma neppure far finta che i problemi non esistano, dando solo una ripulita superficiale all'immagine di una società. Per essere ancora più chiaro, faccio un esempio che non c'entra nulla: quando in Spagna finì il franchismo, fu un sospiro di sollievo per tutti. Ma per non fare i conti col passato, la Spagna scelse la politica dell'olvido, l'oblio, evitando accuratamente di far pagare chi avrebbe dovuto pagare pur di andare avanti a tappe forzate. A distanza di quasi quarant'anni le tensioni di allora non sono del tutto risarcite, proprio perché - a differenza di quanto fatto dal Sudafrica - la Spagna ha steso un velo pietoso che ha solo coperto, ma non risolto i suoi conti con la storia. Ecco,il sapone che De André non vuole è esattamente questo tipo di oblio.

Anonimo ha detto...

il rapimento di Aldo Moro non avvenne di domenica e non era il 19 ma giovedi 16 marzo 1978 pertanto mi sembra una forzatura il tuo accostamento

Giorgio Banaudi ha detto...

una semplice aggiunta, relativa ai padri Maristi ;-) il buon Faber si è persino sbagliato sul nome della congregazione che è quella dei Fratelli Maristi, che gestiscono la scuola dello Champagnat di Genova, dove Cristiano De Andrè ha frequentato per alcuni anni la scuola...

Anonimo ha detto...

"Violenza e detersivo"...potrebbe essere riferito all'attentato avvenuto a piazza La Loggia? In quella circostanza, infatti, palese fu il tentativo di occultare le prove. Ad iniziare proprio dalla pulizia della piazza prima di terminare i rilievi e la raccolta di tutte le prove.

Marcello Sanna ha detto...

Mi permetto di dissentire su una definizione:
le "TROIE DI REGIME" era riferito a giornali e giornalisti di sinistra e AI MAGISTRATI COMPLICI.
Me lo disse proprio lui quando, del tutto fortuitamentem, ci incontrammo vicino a Sant'Antonio di Gallura.
Altro che auto !

Unknown ha detto...

A Genova Nervi c'era la scuola dei Padri Maristi

INSIDEOUT ha detto...

Mi chiedo che senso abbia un testo così oscuro,di cui si può solo provare a decifrare allusioni e riferimenti. In questo modo il testo rimane ambiguo, e rischia di essere interpretato a proprio piacimento.

il mio romanzo

Una vita e mezza
Una Vita e Mezza è un libro che parla soprattutto dell’assenza. O meglio della ricerca, tanto demotivata quanto inconsapevole, di come si può costruire una ciambella salvagente intorno a quel buco che ti si crea dentro quando perdi una persona. Cosicché quel buco, che risucchiava tutto il presente privandolo di senso, possa trasformarsi nel nostro galleggiante. E addirittura salvarci, traghettandoci verso il futuro.
È la storia di un viaggio, metaforico quanto reale, di un ragazzo che è stufo del suo galleggiare, ma che non sa dare una scossa alla propria esistenza. Così parte fidandosi e affidandosi al suo amico, sperando che qualcosa di imprevisto lo colga per assaporare un po’ di brivido della vita.
Riuscirà a trasformare il suo futuro innamorandosene anziché rimanendone schiacciato e afflitto?
Se c’è un’intenzione mirata in tutto ciò, è la creazione del neologismo che indica il dolore per il futuro mancante, la mellontalgia. In contrapposizione con la nostalgia, che indica l’afflizione per il ritorno a casa (nostos), per il passato, per l’infanzia, questa è l’afflizione per to mellon cioè l’avvenire o le cose future, in greco antico. Vuole indicare un dolore attribuito al futuro negato e non vissuto. A ciò che poteva essere e invece non sarà mai. Chissà se se ne sentiva la mancanza.