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A cumba


PRETENDENTE: Avevo una bella colomba che è volata fuori casa
bianca come la neve che si scioglie a pian del sale
dov'è dov'è
che l'hanno vista piegare le ali verso questo casale
veloce come l'acqua che precipita dal rio
non ce n'è non ce n'è non ce n'è

PADRE: Caro il mio giovanotto non vi porta mica qualche prurito
che se così fosse potreste andarvene in giro per amorazzi
non ce n'è non ce n'è non ce n'è

PRETENDENTE: Vengo dalla casa del topo che l'angoscia slega i piedi

PADRE: Qui di colombe d'altri non ne son venute non se ne son posate

PRETENDENTE: Vengo con il cuore malato di una passione che non ha uguali

PADRE: Qui c'è una colomba bianca che non è la vostra che è la mia
Non ce n'è altre non ce n'è / non ce n'è altre non ce n'è

CORO: E' volata è volata / la colomba bianca
di notte è volata / a pian del sale
La troveranno la troveranno / la colomba bianca
di maggio la troveranno / al pian del pane

PRETENDENTE: Voi non vorreste darmela questa colomba da maritare
bianca come la neve che si scioglie nel rio
dov'è dov'è dov'è dov'è dov'è

PADRE: Guardate che bella colomba è abituata a cantare in allegria
che io non la debba mai vedere stentare in un altro nido
non ce n'è non ce n'è / non ce n'è non ce n'è

PRETENDENTE
La terrò a dondolarsi sotto una pergola di melograni
con la cura che ha della seta la mano leggera del bambagiaio
dov'è dov'è dov'è dov'è dov'è

PADRE: Giovane che avete ben parlato in questa sera di febbraio

PRETENDENTE: La terrò a dondolarsi sotto una pergola di melograni

PADRE: Sappiate che questa colomba a maggio volerà dalla mia nella vostra casa

PRETENDENTE: Con la cura che ha della seta la mano leggera del bambagiaio
non ce n'è altre non ce n'è / non ce n'è altre non ce n'è

CORO: E' volata è volata la colomba bianca
di notte è volata a pian del sale
La troveranno la troveranno la colomba bianca
di maggio la troveranno a pian del pane
dov'è dov'è che ci si nasconde
si sposerà si sposerà a pian del pane
Com'è com'è è come la neve
che viene giù sciolta dal rio
E' volata è volata la colomba bianca
di maggio la troveranno al pian del sale
dov'è dov'è che ci si nasconde
si sposerà si sposerà al pian del pane
Colomba colombina becco di seta
serva a strofinare per terra col marito a zonzo
Martino va a piedi con l'asino dietro
fuoco di legna anime in cielo

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il mio romanzo

Una vita e mezza
Una Vita e Mezza è un libro che parla soprattutto dell’assenza. O meglio della ricerca, tanto demotivata quanto inconsapevole, di come si può costruire una ciambella salvagente intorno a quel buco che ti si crea dentro quando perdi una persona. Cosicché quel buco, che risucchiava tutto il presente privandolo di senso, possa trasformarsi nel nostro galleggiante. E addirittura salvarci, traghettandoci verso il futuro.
È la storia di un viaggio, metaforico quanto reale, di un ragazzo che è stufo del suo galleggiare, ma che non sa dare una scossa alla propria esistenza. Così parte fidandosi e affidandosi al suo amico, sperando che qualcosa di imprevisto lo colga per assaporare un po’ di brivido della vita.
Riuscirà a trasformare il suo futuro innamorandosene anziché rimanendone schiacciato e afflitto?
Se c’è un’intenzione mirata in tutto ciò, è la creazione del neologismo che indica il dolore per il futuro mancante, la mellontalgia. In contrapposizione con la nostalgia, che indica l’afflizione per il ritorno a casa (nostos), per il passato, per l’infanzia, questa è l’afflizione per to mellon cioè l’avvenire o le cose future, in greco antico. Vuole indicare un dolore attribuito al futuro negato e non vissuto. A ciò che poteva essere e invece non sarà mai. Chissà se se ne sentiva la mancanza.