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Al Ballo Mascherato


Cristo drogato da troppe sconfitte
cede alla complicità
di Nobel che gli espone la praticità
di un'eventuale premio della bontà

entriamo nella psiche del bombarolo: l'uguaglianza è il bene supremo. Cristo è portatore di uguaglianza tra gli uomini, messaggio dirompente ed esplosivo che cambierà la storia, ma purtroppo non avrà molte vittorie: dopo duemila anni gli uomini non sono ancora tutti uguali; seppur ci dicono di avere un parlamento democratico, sappiamo che il "potere" ci divide. Chi balla mascherato tra le celebrità e chi manifesta in piazza. Anche Cristo si sarebbe emarginato in questa società (emarginato=drogato) ma soprattutto credo intenda dire che queste sconfitte son talmente esplicite, quotidiane, crudeli, da far girar la testa persino a Cristo (che di fiducia nel prossimo ne aveva molta!!). Quindi Lo ipotizza cedere alla tentazione di Nobel (inventore della dinamite) per una soluzione pratica, "giusta" e ripristinatrice di egalitarismo, ovvero (per lui) buona. La bomba: novella diluvio universale. ["una bomba quando esplode, fa gli uomini davvero tutti uguali" Rein, da EST]

Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro
mima una sua nostalgia di natività,
io con la mia bomba porto la novità,
la bomba che debutta in società,
al ballo mascherato della celebrità.

Maria, la mamma di questo Cristo scoraggiato e disilluso della vecchia pratica del porgi l'altra guancia, e diventato portatore di uguaglianza con la dinamite è ormai ignorata da Edipo, figlio-marito... che per quanto figlio-marito grande ormai emancipato, rimarrà sempre un giovane figlio e mima nostalgicamente la natività (ricordando la tenerezza del bambinetto cristo-edipo in fasce ed innocuo); ma iobombarolo-cristo-edipo con la mia bomba porto la novità, qualcosa di "esplosivo" insomma la bomba al banchetto dei potenti: porto qualcosa che smaschera le ipocrisie del potere. Insomma sto bombarolo era un cocco-di-mamma e diventa grande, era uno che contava i denti ai francobolli e diventa il protagonista del ripristino dell'uguaglianza tra gli uomini.

Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
lì dietro si racconta un amore normale
ma lui saprà poi renderlo tanto geniale.
E il viaggio all'inferno ora fallo da solo
con l'ultima invidia lasciata là sotto un lenzuolo,
sorpresa sulla porta d'una felicità
la bomba ha risparmiato la normalità,
al ballo mascherato della celebrità.

Dante spia gli amanti per invidia e da invidioso moralista getta all'inferno chi invece è semplicemente libero e felice: i frustrati si sa, quando sono al potere, mirano a reprimere i liberi giustappunto per invidia della loro libertà! Questa bomba che uccide e smaschera l'ipocrisia però lascia vivi i normali. Qui identifica Paolo e Francesca con i liberi e i normali che resteranno vivi... e Dante con il potere, gli ipocriti invidiosi-repressi-bacchettoni-giudicatori, con coloro che la bomba spazzerà via. Questa strofa serve più che altro a farci capire chi sono i buoni (normali) e chi i cattivi (i "ballanti" di questa festa)

La bomba non ha una natura gentile
ma spinta da imparzialità
sconvolge l'improbabile intimità
di un'apparente statua della Pietà.

questa è bella: la bomba ovviamente non è gentile, non è certo "porgi l'altra guancia" come filosofia, ma è spinta da imparzialità: uccide tutti i presenti che siano ricchi o poveri, potenti o meno, sconvolgendendo i ruoli istituzionali che da sempre vedono scandalo nell'ugaglianza di tutti; sconvolge addirittura il rapporto di potere base, pur fondato sull'amore, che è quello della famiglia; (dato si che con la Pietà credo intenda la celeberrima statua di Michelangelo che rappresenta cristo raccolto morto dalla madre e sta dentro san pietro) è una intimità improbabile quella di madre e figlio perchè di solito le madri (il potere) non han pietà per i figli (i manifestanti). O quantomeno è una pietà apparente.

Grimilde di Manhattan, statua della libertà,
adesso non ha più rivali la tua vanità
e il gioco dello specchio non si ripeterà
"Sono più bella io o la statua della Pietà "
dopo il ballo mascherato del celebrità.

Grimilde (la matrigna di biancaneve per chi non lo sapesse) di manhattan, ovvero la statua della libertà (ma quale è la libertà "madre" di questi sessantottini? quella rappresentata da quella statua? quella di "libertà, uguaglianza e fratellanza"? quella rivoluzione ha portato a nuovi poteri borghesi e quella non è che una matrigna di questa rivoluzione: la libertà ha lo stesso nome ma non è la stessa insomma) ... adesso la tua vanità ("chi è la più bella del reame?" chiedeva Grimilde allo specchio!) e la tua crudeltà e la tua voglia di imporre il tuo concetto oppressivo di libertà, non ha più rivali (dopo esplosa la Pietà). Quale Libertà è più "bella"? quella mercantile o quella famigliare? di quale giogo saremo schiavi? dopo il ballo mascherato non ci saranno più poteri costituiti. Faremo saltare in aria madri e matrigne! Salterai in aria anche tu, come la Pietà!

Nelson strappato al suo carnevale
rincorre la sua identità
e cerca la sua maschera, l'orgoglio, lo stile,
impegnati sempre a vincere e mai a morire.
Poi dalla feluca ormai a brandelli
tenta di estrarre il consiglio della sua Trafalgar
e nella sua agonia, sparsa di qua, di là,
implora una Sant'Elena anche in comproprietà,
al ballo mascherato della celebrità.

L'ammiraglio Nelson è un eroe nazionale trattato quasi come un santo dagli inglesi, come per gli italiani potrebbe essere Garibaldi; è una "autorità" per eccellenza, a cui lui toglie la maschera vedendolo rincorrere la sua identità, mentre si impegna ad essere quel sant'uomo descritto dalle biografie che non gli lasciano nemmeno il tempo di morire! Poi dalla feluca (che è un tipo di nave, ma anche il cappello dell'ammiraglio di marina) a brandelli tira furi l'asso dalla manica o il coniglio dal cilindro (o meglio, appunto, dalla feluca) della sua trafalgar (l'ultima sua battaglia, che vinse, ma in cui morì). Leggenda vuole che colpito a morte in quella battaglia, non morì definitivamente finchè la battaglia non finì e la vittoria inglese fu decretata! Leggenda appunto di un eroe che fa aspettare addirittura la morte (eroe fino alla fine, impeganto più a vincere che a morire) per il bene patrio! Ma nella sua agonia di morente anche lui certamente avrà pensato che di gran lunga migliore è stata la sorte del suo avversario (napoleone) il quale è diventato simbolicamente imperatore dell'isola in cui fu esiliato (sant'Elena). E Nelson più che morire avrebbe volentieri condiviso l'isola con Napoleone! Ovviamente l'ipocriosia del potere vuole che lui morì contento di aver fermato il nemico francese!

Mio padre pretende aspirina ed affetto
e inciampa nella sua autorità,
affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo
ma lui esplode dopo, prima il suo decoro.
Mia madre si approva in frantumi di specchio,
dovrebbe accettare la bomba con serenità,
il martirio è il suo mestiere, la sua vanità,
ma ora accetta di morire soltanto a metà
la sua parte ancora viva le fa tanta pietà,
al ballo mascherato della celebrità.

e dopo il potere morale (dante e il suo inferno che incastra gli amanti), quello della storia (cristianesimo/rivoluzione francese che incastrano la Libertà) quello della patria (che incastra Nelson nel suo ruolo di eroe nazionale) arriva il potere della mamma e del papà del bombarolo; il papà vuole affetto anestetizzato, inciampando nella sua stessa toga (il padre di deandré era avvocato) ed affida proprio al suo ruolo (la maschera del potere) i suoi ultimi istanti. Ma lui esplode dopo, prima il suo decoro (il panico da bomba fa uscire di senno anche i personaggi più "ingessati" dal ruolo); la madre invece si compiange e si autocommisera... ma proprio per questo dovrebbe essere tranquilla della bomba dato che il suo mestiere è proprio piangersi addosso! e le piace talmente tanto che cerca di morire soltanto a metà, per commiserare la sua parte ancora in vita!

Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno
accesa soltanto a metà
quel poco che mi basta per contare i caduti,
stupirmi della loro fragilità,
e adesso puoi togliermi i piedi dal collo
amico che m'hai insegnato il "come si fa"
se no ti porto indietro di qualche minuto
ti metto a conversare, ti ci metto seduto
tra Nelson e la statua della Pietà,
al ballo mascherato della celebrità.

non so cosa signifi la luna accesa nel bagno (perchè non in sala o in camera? in fondo "bagno" non è necesserio per alcuna rima!). Comunque quella poca luce che rimane gli basta per vedere i risultati del suo lavoro e stupirsi di quanto sia stato facile far cadere potere e ipocrisia che sembravano così duri a morire ed è talmente soddisfatto ed esaltato da prendersela addirittura coi suoi maestri che ora, dato il delirio di onnipotenza che ormai l'ha colpito ("il fosforo di guardia segnalava la tua urgenza di potere" dirà nella canzone dopo) gli sono d'intralcio e sostanzialmente le promette anche a loro: ti metto tra Nelson (incastrato nel ruolo della patria) e la Pietà (simbolo dell'amore opprimente, del patriarcalismo se vogliamo) ...perché ormai anche i maestri del '68 fanno parte, secondo il personaggio, delle maschere del potere!
Nella canzone successiva scoprirà di essere diventato lui stesso parte del potere che voleva abbattere e che invece ha soltanto sostituito.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

penso che la lune nel bagno stia a significare che l'unica luce che permette al bombarolo di capire di aver fatto piazza pulita viene dalla luce della luna che penetra dalla finestra del bagno che qualcuno ha lasciato aperta. Peraltro altra luce non poteva esserci dopo lo scoppio, se non quella naturale della luna che penetra da una finestra lasciata distrattamente aperta

C

Anonimo ha detto...

forse il bagno perchè è un posto dove si è tutti uguali

Anonimo ha detto...

... e si scaricano tutte le tensioni

Anonimo ha detto...

La luna nel bagno è versione moderna di quella nel pozzo, dove si riflettono i sogni: presagio dunque del prosieguo della storia, ove scopriremo che sono rimasti tali: sogni appunto.

Anonimo ha detto...

il bagno potrebbe anche essere il "bagno di sangue" dei morti in cui la luna si riflette come se ci fosse dentro anche lei

Unknown ha detto...

Secondo me la luna nel bagno intende tutti i desideri da "rivoluzionario" che poi vanno a sfumarsi a causa dell'età ecc...(come appunto succede a lui in Sogno N.2) e questi pensieri rialimentati enormemente dopo il ballo sono tutto ciò che serve all'impiegato per andare avanti, compiacendosi di ciò che ha fatto. Come se ormai vivesse nella sua individualistica brama di potere

Unknown ha detto...

Ritengo che il verso
"qualcuno ha lasciato la luna, quel poco che basta per contare o caduti, stupirmi della loro fragilità…"
Sia una metafora per indicare i cosiddetti "stronzi" quelli che fanno le cose di nascosto ma che poi vengono a galla.
Il bagno, ovvero il luogo dove si fanno le cose sporche, che si vedono anche penombra se non ci si preoccupa di coprirle bene. Il giovane anarchico alla fine non solo mette al bando coloro che sono notoriamente degli strumenti del potere, ma anche tutti coloro che subdolamente si prestano a compiere degli azioni che danneggiano gli altri cadendo nella fragilità umana di vendersi al potere stesso.
Insomma se la bomba deve fare pulizia sarà una pulizia completa, non solo per coloro che rappresentano effettivamente il potere ma anche per quelli che lo appoggiano e aiutano il potere A sottomettere chi potere non ne ha.

il mio romanzo

Una vita e mezza
Una Vita e Mezza è un libro che parla soprattutto dell’assenza. O meglio della ricerca, tanto demotivata quanto inconsapevole, di come si può costruire una ciambella salvagente intorno a quel buco che ti si crea dentro quando perdi una persona. Cosicché quel buco, che risucchiava tutto il presente privandolo di senso, possa trasformarsi nel nostro galleggiante. E addirittura salvarci, traghettandoci verso il futuro.
È la storia di un viaggio, metaforico quanto reale, di un ragazzo che è stufo del suo galleggiare, ma che non sa dare una scossa alla propria esistenza. Così parte fidandosi e affidandosi al suo amico, sperando che qualcosa di imprevisto lo colga per assaporare un po’ di brivido della vita.
Riuscirà a trasformare il suo futuro innamorandosene anziché rimanendone schiacciato e afflitto?
Se c’è un’intenzione mirata in tutto ciò, è la creazione del neologismo che indica il dolore per il futuro mancante, la mellontalgia. In contrapposizione con la nostalgia, che indica l’afflizione per il ritorno a casa (nostos), per il passato, per l’infanzia, questa è l’afflizione per to mellon cioè l’avvenire o le cose future, in greco antico. Vuole indicare un dolore attribuito al futuro negato e non vissuto. A ciò che poteva essere e invece non sarà mai. Chissà se se ne sentiva la mancanza.