Il "Terzo Intermezzo" è di poco più articolato degli altri due. Accosta la guerra e l'amore e con questo ci fa capire che sta risalendo ai due brani precedenti:
La polvere, il sangue, le mosche e l'odore.
Per strada fra i campi la gente che muore.
e tu, tu la chiami guerra e non sai che cos'è
e tu, tu la chiami guerra e non ti spieghi il perché.
L'autunno negli occhi l'estate nel cuore, la voglia di dare l'istinto di avere
e tu, tu lo chiami amore e non sai che cos'è
e tu, tu lo chiami amore e non ti spieghi il perché.
Prima descrive fisicamente la guerra, lo schifo della guerra. Chi parla della guerra, spesso non sa nemmeno sa cosa sia l'orrore della guerra. E non ci si spiega il perché la guerra esista, che sono i motivi ascoltati in Girotondo. La guerra accade perché nessuno fa niente per fermarla e perché si nasce in contesti predatori e violenti.
Poi parla dell'amore accostandolo nuovamente alle stagioni: non ci parla dell'inverno quando l'amore è distante né della primavera quando ci si avvicina. Parla dell'amore autunnale negli occhi. L'amore decadente, quasi freddo, che guarda all'inverno. Con gli occhi si vive l'amore pensando che finirà, ma con l'estate calda nel cuore che sembra non debba mai più fare freddo. Lo chiami amore ma non sai che è ciclico, non puoi dominarlo, non sai cos'è e non ti spieghi perché nonostante sia destinato a finire nell'inverno, la gente ami lo stesso con tanta estate.
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