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Fabrizio 2009


L’11 gennaio, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, faremo una cosa inusuale: andremo in onda come sempre alle 20.10 ma fino alle 23.30 almeno, e tenteremo di mettere insieme tutti quei pezzi d’Italia che quella sera saranno in qualche modo legati fra di loro attraverso Fabrizio De André. Ogni volta nell’anniversario di Fabrizio tantissime cose 'accadono', si radunano puntualmente molti giovani con la chitarra e cantano le canzoni di Fabrizio per tutta la notte in piazza del Duomo a Milano così come in mille altre piazze d’Italia… e poi non si contano più i luoghi dedicati: le strade, le piazze, le scuole intitolate a Fabrizio De André.
Quella sera vorremmo raccogliere le immagini dei ritrovi spontanei per ricordare Fabrizio, ma fin da oggi vi chiediamo di segnalarci gli appuntamenti che potranno essere pubblicati sul sito (per chi lo vorrà), e di mandarci qualsiasi immagine o notizia possa essere utile per costruire l’evento. Chiediamo a chi vuole liberamente fare l'inviato di chetempochefa per una sera, di riprendere quello che succede l'11 gennaio 2009 nella piazza della propria città per ricordare Fabrizio De André.
Assieme a RadioRai vorremmo poi coinvolgere, liberamente, tutte le radio italiane e trasmettere l’11 gennaio tutti insieme, alla stessa ora precisa, la stessa canzone: in quei minuti fermarci ad ascoltare la voce straordinaria di Fabrizio, raro esempio, nel nostro Paese, di appartenenza a tutti. Una canzone che sceglierà Dori Ghezzi, e che comunicheremo qualche giorno prima. Chiediamo pertanto alle radio interessate all'iniziativa di contattarci.
Diamo quindi al nostro pubblico appuntamento all’11 gennaio, con la fierezza, se posso usare questo termine, di essere concittadini di Fabrizio De André. Non mi viene altro da dire: faremo del nostro meglio.


lo speciale di Che tempo che fa


Uno dei momenti più suggestivi sarà Amore che vieni, amore che vai. Per raccontarlo, ci affidiamo direttamente al comunicato stampa ufficiale:
"Tra le 22.40 e le 22.50, Amore che vieni amore che vai verrà trasmessa in contemporanea, nella sua versione originale, da Che tempo che fa e dalle emittenti radiofoniche italiane: Radio Rai, Radio Deejay, Radio 105 Network, RTL 102.5, Radio Italia Solo Musica Italiana, Radio R101, RMC Radio Monte Carlo, Radio Kiss Kiss, Radio Capital, Radio 24, m2o, Radio Popolare Network, Rete Nazionale CNR Radio FM, LifeGate Radio, Latte Miele, il circuito Radio Città Futura, decine di radio regionali e interregionali e centinaia di emittenti locali.
Nello studio di Che tempo che fa, Amore che vieni amore che vai sarà accompagnata da immagini in diretta delle città italiane realizzate dalle diverse Sedi Regionali della Rai: un simbolico e suggestivo abbraccio in audio e in video per ricordare come Fabrizio De André, ancora oggi, costituisca un raro esempio nel nostro Paese di appartenenza a tutti."

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il mio romanzo

Una vita e mezza
Una Vita e Mezza è un libro che parla soprattutto dell’assenza. O meglio della ricerca, tanto demotivata quanto inconsapevole, di come si può costruire una ciambella salvagente intorno a quel buco che ti si crea dentro quando perdi una persona. Cosicché quel buco, che risucchiava tutto il presente privandolo di senso, possa trasformarsi nel nostro galleggiante. E addirittura salvarci, traghettandoci verso il futuro.
È la storia di un viaggio, metaforico quanto reale, di un ragazzo che è stufo del suo galleggiare, ma che non sa dare una scossa alla propria esistenza. Così parte fidandosi e affidandosi al suo amico, sperando che qualcosa di imprevisto lo colga per assaporare un po’ di brivido della vita.
Riuscirà a trasformare il suo futuro innamorandosene anziché rimanendone schiacciato e afflitto?
Se c’è un’intenzione mirata in tutto ciò, è la creazione del neologismo che indica il dolore per il futuro mancante, la mellontalgia. In contrapposizione con la nostalgia, che indica l’afflizione per il ritorno a casa (nostos), per il passato, per l’infanzia, questa è l’afflizione per to mellon cioè l’avvenire o le cose future, in greco antico. Vuole indicare un dolore attribuito al futuro negato e non vissuto. A ciò che poteva essere e invece non sarà mai. Chissà se se ne sentiva la mancanza.